Bravo Nicola, quando sarò io a intervistarti come responsabile della Pastori riporterò in modo più fedele le tue parole...
Segnalo che il pezzo a fondo pagina è mio, ma l'hanno tagliato senza avvertirmi e in modo discutibile... io non avrei mai scritto questa frase: "Il peggio è ormai passato. Ormai si è ritirato nelle zone d'origine e..."
Non l'avrei mai scritta per 3 motivi:
- il peggio? Il meglio se mai...
- non avrei mai scritto "ormai" in due frasi ravvicinate, sta malissimo.
- il soggetto della frase "ormai si è ritirato..." quale sarebbe?
A parte questa modifica non proprio condivisibile, ecco com'era l'articolo nella sua versione originaria, buona lettura a chi è interessato.
TEMPERATURE IN AUMENTO, MA IL GELO RESTERÀ NEGLI ANNALI
Due settimane da brividi: picco di -11,7°C in città, non faceva così freddo dal gennaio 1985
Un dato su tutti: lunedì 6 febbraio la stazione meteorologica installata presso l’istituto Pastori ha rilevato una minima di -11,7°C. Non si scendeva così in basso dal gennaio 1985, e se restringiamo il campo sul solo mese di febbraio possiamo dire che non faceva così freddo da l 1956, quando il termometro scese fino a -13°C. Spostandoci a Ghedi, scopriamo che solo nel 1956 e nel 1991 i primi dieci giorni di febbraio furono più freddi. Temperature quasi da record, quindi. Il tutto condito da diverse nevicate in città, pur con scarsi accumuli, e un buon numero di giornate di ghiaccio: a Mompiano non si è visto il segno “+” per 186 ore e 15 minuti consecutivi, ovvero per più di una settimana. Stile Finlandia, se proprio non vogliamo scomodare la Siberia, da cui peraltro è partita la gelida massa d’aria che ci ha tenuto compagnia per diversi giorni. Dopo aver mostrato il suo lato più mite a dicembre e nella prima parte di gennaio, l’inverno ha tirato fuori gli artigli proprio nel mese che nel recente passato ci aveva abituato ai primi tepori primaverili: l’anno scorso di questi tempi avevamo già superato più volte i 15°C e le gelate erano ormai un ricordo. Un altro mondo rispetto al clima di quest’anno, frutto di un anticiclone russo-siberiano in forma smagliante, che ha deciso di cingere buona parte d’Europa con il suo gelido abbraccio. Ormai si sta ritirando nelle zone d’origine e la parentesi fredda è conclusa, ma resteranno i ricordi e i numeri di una fase invernale d’altri tempi. La neve ha sommerso il Centro-Sud, a Urbino dal 31 gennaio sono caduti 327 centimetri di neve, un dato spaventoso che non ha precedenti nell’ultimo secolo e oltre. In Romagna le spiagge si sono trasformate in enormi piste da sci di fondo e i fiocchi sono caduti perfino sulle coste della Sardegna, Cagliari compresa. Per quanto riguarda la pianura padana, se il gelo è stato protagonista, altrettanto non si può dire della neve: complessivamente sono caduti 20 centimetri a Mompiano, molto meno nella bassa. E i monti continuano a rimanere a secco, o quasi. Sembra un paradosso, tre metri di neve a Urbino e Alpi spelacchiate, ma è la naturale conseguenza dell’afflusso di aria fredda da est. Poca neve, ma un freddo quasi da record, potremmo riassumere così il nostro febbraio, che ora sta mostrando un volto più mite, con tempo stabile e temperature in aumento. Il gelo è ormai alle spalle e una riflessione è d’obbligo: negli ultimi anni quante volte abbiamo battuto record di caldo? I 39°C dell’agosto 2003, i 35°C del maggio 2009, i 33°C dell’aprile 2011, i 21°C del gennaio 2007, e potremmo continuare. Una volta tanto a far parlare di sé è stato il freddo. Una rarità, di questi tempi.