Anziani Raggirati
Inviato: sab 11 giu, 2011 22:51
preferisco uno che rapina una banca a questi individui almeno quello è meno codardo...
dal GdB:
Falsa la divisa, anziane raggirate
Malviventi della risma peggiore. Inquadrano le vittime fra le persone più indifese, fra gli anziani soli. «Ladri di sogni» che continuano a colpire, nonostante tutto e tutti. Capaci di organizzare perfide trappole per mettere le mani su risparmi e ricordi di una vita. Incuranti delle conseguenze, indifferenti, insuperabili quanto a cinismo. Questa volta hanno colpito due anziane sorelle che vivono alla Badia. Le hanno raggirate spacciandosi per carabinieri. E l'epilogo è stato quello che ne ripete altri, già scritti. Nonostante avvisi e campagne d'informazione.
Tutto inizia poco prima delle 10 in via Altipiano d'Asiago dove l'avvoltoio di turno si materializza nella figura di una donna di blu vestita e con un cappello con tanto di stemma. Sembra una divisa e fa gioco per la sconosciuta che localizza in un attimo il bersaglio. È una signora classe 1922 appena uscita dal Caf della Cisl. Poche decine di passi ed ecco il brutto incontro. La donna in blu la ferma e si qualifica come carabiniere. Informa l'ottuagenaria che nella sua banca è accaduto un guaio. «Abbiamo arrestato alcuni dipendenti che hanno truffato diversi clienti prelevando denaro dai conti correnti» dice con fare convincente. Suadente al punto che l'89enne si fa convincere a controllare. «Ci scorta il mio collega» afferma la sconosciuta indicando l'uomo con cui fa coppia. L'anziana fa salire sulla propria auto la donna in blu e si reca nell'agenzia bancaria di via Valcamonica, dove entra e preleva il denaro dal conto corrente. In tutto 1.500 euro. Nel frattempo i due malviventi aspettano fuori.
Concluso il prelievo, la tappa successiva è l'abitazione dell'anziana. Dove si trova la sorella, classe 1924. I truffatori conoscono bene gli strumenti della persuasione. Ottenuta la fiducia delle attempate sorelle, superate le difese, le convincono a consegnare i contanti appena prelevati, ma non è tutto. Al raggiro aggiungono un altro «tocco» traendo dal cappello a cilindro del malaffare il pretesto di una cauzione da utilizzare per il ricorso contro la banca. «Ci vuole qualcosa di valore - affermano i due falsi carabinieri -. Non avete monili, qualche prezioso?». Detto, fatto. Pure i gioielli di famiglia passano di mano, ricordi di una vita. Il cui valore affettivo è di gran lunga superiore a quello venale. Ancora da quantificare.
A questo punto il colpo è a segno. Non resta che uscire di scena. Semplice defilarsi e filare via, lasciando però nelle due anziane sorelle l'ombra di un sospetto. Che si fa via via più consistente. Fino alla certezza e alla decisione di chiedere l'intervento della Polizia. La chiamata al 113 è seguita dall'intervento della Volante. Ormai i due malfattori sono a distanza di sicurezza. Di loro restano le descrizioni, passate agli investigatori della Squadra Mobile per le indagini a seguire.
In chiusura la Questura sottolinea come l'occasione si presti «a ribadire - si legge in una nota - l'importanza, soprattutto per le persone anziane, di diffidare degli sconosciuti che possano avvicinarli per strada o bussare alla porta. Prima di dare loro credito ed aprire a sconosciuti, l'invito della Questura è sempre di chiamare il 113 o le altre forze di polizia».
dal GdB:
Falsa la divisa, anziane raggirate
Malviventi della risma peggiore. Inquadrano le vittime fra le persone più indifese, fra gli anziani soli. «Ladri di sogni» che continuano a colpire, nonostante tutto e tutti. Capaci di organizzare perfide trappole per mettere le mani su risparmi e ricordi di una vita. Incuranti delle conseguenze, indifferenti, insuperabili quanto a cinismo. Questa volta hanno colpito due anziane sorelle che vivono alla Badia. Le hanno raggirate spacciandosi per carabinieri. E l'epilogo è stato quello che ne ripete altri, già scritti. Nonostante avvisi e campagne d'informazione.
Tutto inizia poco prima delle 10 in via Altipiano d'Asiago dove l'avvoltoio di turno si materializza nella figura di una donna di blu vestita e con un cappello con tanto di stemma. Sembra una divisa e fa gioco per la sconosciuta che localizza in un attimo il bersaglio. È una signora classe 1922 appena uscita dal Caf della Cisl. Poche decine di passi ed ecco il brutto incontro. La donna in blu la ferma e si qualifica come carabiniere. Informa l'ottuagenaria che nella sua banca è accaduto un guaio. «Abbiamo arrestato alcuni dipendenti che hanno truffato diversi clienti prelevando denaro dai conti correnti» dice con fare convincente. Suadente al punto che l'89enne si fa convincere a controllare. «Ci scorta il mio collega» afferma la sconosciuta indicando l'uomo con cui fa coppia. L'anziana fa salire sulla propria auto la donna in blu e si reca nell'agenzia bancaria di via Valcamonica, dove entra e preleva il denaro dal conto corrente. In tutto 1.500 euro. Nel frattempo i due malviventi aspettano fuori.
Concluso il prelievo, la tappa successiva è l'abitazione dell'anziana. Dove si trova la sorella, classe 1924. I truffatori conoscono bene gli strumenti della persuasione. Ottenuta la fiducia delle attempate sorelle, superate le difese, le convincono a consegnare i contanti appena prelevati, ma non è tutto. Al raggiro aggiungono un altro «tocco» traendo dal cappello a cilindro del malaffare il pretesto di una cauzione da utilizzare per il ricorso contro la banca. «Ci vuole qualcosa di valore - affermano i due falsi carabinieri -. Non avete monili, qualche prezioso?». Detto, fatto. Pure i gioielli di famiglia passano di mano, ricordi di una vita. Il cui valore affettivo è di gran lunga superiore a quello venale. Ancora da quantificare.
A questo punto il colpo è a segno. Non resta che uscire di scena. Semplice defilarsi e filare via, lasciando però nelle due anziane sorelle l'ombra di un sospetto. Che si fa via via più consistente. Fino alla certezza e alla decisione di chiedere l'intervento della Polizia. La chiamata al 113 è seguita dall'intervento della Volante. Ormai i due malfattori sono a distanza di sicurezza. Di loro restano le descrizioni, passate agli investigatori della Squadra Mobile per le indagini a seguire.
In chiusura la Questura sottolinea come l'occasione si presti «a ribadire - si legge in una nota - l'importanza, soprattutto per le persone anziane, di diffidare degli sconosciuti che possano avvicinarli per strada o bussare alla porta. Prima di dare loro credito ed aprire a sconosciuti, l'invito della Questura è sempre di chiamare il 113 o le altre forze di polizia».