duel ha scritto:....................per i beccofrosoni possono passare anche dieci anni prima di rivederli di nuovo....ci vuole un inverno eccezionale su dalle loro parti......
II Beccofrusone compie, ed è una delle sue caratteristiche più conosciute, spostamenti irregolari per cui a volte si presenta numerosissimo in zone dove per anni non era mai stato notato.
Nel 1941 lo zoologo finlandese Siivonen descrisse tre principali spostamenti del Beccofrusone: una migrazione invernale annuale alla quale non partecipano molti individui e che quindi non colpisce particolarmente l'attenzione, durante la quale raggiunge l'Ungheria e le zone balcaniche, spostamenti intermedi a distanza di alcuni anni, determinati da penuria di cibo (qualcosa di simile a quanto accade ai Crocieri o alle Nocciolaie) e le grandi invasioni che si verificano ad intervalli irregolari.
Gli uccelli partono in massa verso sud e raggiungono anche l'Algeria.
E' interessante osservare che anche il Beccofrusone giapponese ed il Beccofrusone dei cedri compiono occasionalmente analoghi macroscopici spostamenti, durante i quali il primo raggiunge la Cina centrale ed anche il Giappone, ed il secondo effettua invasioni sino all'America centrale.
Le invasioni sono sempre precedute da un notevolissimo incremento numerico degli individui sessualmente maturi e da un ampliamento dell'abituale territorio di cova. Negli anni che seguono, solo pochi individui nidificano nell'habitat naturale e gli esemplari migranti che tentano di nidificare nelle zone raggiunte compiono solitamente tentativi infruttuosi.
La spiegazione, quella con la S maiuscola, esauriente e definitiva, delle invasioni non è ancora stata data.
Molte sono le opinioni, a volte divergenti, nella maggior parte dei casi concordanti ma che pongono l'accento oguna su un particolare aspetto, pur tenendo conto di tutti gli altri.
Esiste comunque una incontrovertibile relazione fra le invasioni dei Beccofrusoni e le migrazioni dei Lemming che si concludono con suicidi in massa nel tentativo di attraversare il mare.
In tali occasioni anche il Gufo delle nevi Nyctea scandiaca (Linneo 1759) che si ciba prevalentemente di questi piccoli roditori si sposta, generalmente verso sud. Anche le volpi hanno un ciclo pressochè uguale.
Si trovano variazioni concordanti anche in altri uccelli (es. Pernice bianca nordica) per cui si potrebbe pensare all'esistenza di fattori climatici che agiscano contemporaneamente su roditori e uccelli.
Ma dato che le variazioni numeriche dei due gruppi non coincidono, è piuttosto pensabile che siano i rapaci a rappresentare un legame fra i due gruppi (se non ci sono Lemming si cibano di uccelli, che per altro non costituiscono però il loro cibo abituale).
Tornando al Gufo delle nevi notiamo che questo prolifica in anni in cui vi è abbondanza di cibo (covate di 7-9 uova) mentre se vi è penuria non cova affatto. Si nutre in grandissima parte di microtini e specialmente di Lemming. Divora però anche altri piccoli animali e uccelli.
Presenta un fortissimo incremento demografico negli anni successivi a quelli in cui la densità di popolazione dei Lemming raggiunge il massimo.
In definitiva le invasioni dei Beccofrusoni, per tornare all'argomento che ora ci interessa, parrebbe siano da attribuirsi ad una serie di concause fra loro interdipendenti: eccesso di riproduzione della specie che raggiunge il massimo dopo un certo numero di anni, contemporaneamente accidentale carenza di nutrimento sia per l'accresciuto numero sia per una insufficiente fruttificazione nell'habitat naturale; migrazione dei Lemming dovuta anch'essa a sovrapopolazione ed a mancanza di nutrimento; conseguente recrudescenza dell'azione predatrice dei rapaci di cui condividono I'areale.
Sottraendosi oltre ai Lemming anche i Beccofrusoni e le Pernici bianche nordiche all'azione predatorìa, a loro volta i Gufi delle nevi, per ragioni di sopravvivenza, effettuerebbero massicce invasioni verso sud, sopratutto di giovani.
Per solito, le invasioni, e non solo quelle dei Beccofrusoni, terminano con la sparizione degli individui che vi hanno partecipato e che non si stabiliscono nel paese raggiunto. Non sempre, però. Il Sirratte dalle steppe asiatiche in occasioni di migrazioni di massa è giunto spesso sino all'Europa occidentale (nel 1880 alcuni esemplari erano stati osservati intorno a Roma) dove ha più volte nidificato.In qualche caso si riscontra un ritardo al luogo di origine, che per altro non era stato abbandonato dalla totalità dei soggetti, e così i) ciclo reinizia.
G. Truffi