Filippo Thiery Meteorologo
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Filippo Thiery Meteorologo
Questo meteorologo nazionale è poco conosciuto se non per chi segue la trasmissione rai geo su Rai 3 con cui collabora , in realtà lui lavora per il dipartimento protezione civile nazionale settore meteo , ve ne ho parlato qualche volta visto che spesso chiacchiero con lui in Facebook nonché mi contattó per l'autorizzazione a metter in onda gli scatti della mia web cam e successivamente quella del monte Guglielmo , nonché mi fece le sue congratulazioni che portai al direttivo di meteopassione per la serietà e la vera passione con cui trattiamo la meteorologia e per come la trasmettiamo nel forum che spesso legge e per la nostra rete di stazioni e web cam .
Chi segue le sue pagine in Facebook saprà che è un meteorologo serio amico di Andrea corigliano , un suo post può farvi ulteriormente capire ( sebbene non ve ne sia bisogno di che stampo sia )
Da Facebook
" Lo so ragazzi, lo so... c'è gente che con temperature fra i 13 e i 16 gradi è capace di scrivere "siamo ripiombati in inverno"... ieri a Roma (8/10°C di minima e 13/14°C di massima) si sentiva dire (e seriamente!) "c'è proprio aria di neve"... e c'è anche chi giura di aver visto "pioggia mista a neve", con 13 gradi capite... non c'è niente da fare, qui o si triplicano le ore delle materie scientifiche (e si adeguano i programmi) nelle scuole di ogni ordine e grado (così almeno le prossime generazioni saranno meno ignoranti della nostra, anzi meno becere, perché ignoranti è dire poco) oppure continueremo a meritarci ministri dell'istruzione pienamente rappresentativi del livello di cultura scientifica paese, quando rivendicano il valente contributo delle ruspe italiane per scavare il tunnel dei neutrini. "
Insomma uno a cui non le manda a dire in fatto di serietà !!
Chi segue le sue pagine in Facebook saprà che è un meteorologo serio amico di Andrea corigliano , un suo post può farvi ulteriormente capire ( sebbene non ve ne sia bisogno di che stampo sia )
Da Facebook
" Lo so ragazzi, lo so... c'è gente che con temperature fra i 13 e i 16 gradi è capace di scrivere "siamo ripiombati in inverno"... ieri a Roma (8/10°C di minima e 13/14°C di massima) si sentiva dire (e seriamente!) "c'è proprio aria di neve"... e c'è anche chi giura di aver visto "pioggia mista a neve", con 13 gradi capite... non c'è niente da fare, qui o si triplicano le ore delle materie scientifiche (e si adeguano i programmi) nelle scuole di ogni ordine e grado (così almeno le prossime generazioni saranno meno ignoranti della nostra, anzi meno becere, perché ignoranti è dire poco) oppure continueremo a meritarci ministri dell'istruzione pienamente rappresentativi del livello di cultura scientifica paese, quando rivendicano il valente contributo delle ruspe italiane per scavare il tunnel dei neutrini. "
Insomma uno a cui non le manda a dire in fatto di serietà !!
Ultima modifica di Liriometeo il mar 25 mar, 2014 10:51, modificato 4 volte in totale.
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Re: Filippo Thiery Meteorologo
parole sante!!
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https://www.youtube.com/channel/UCxajIt ... kVXijTqkgg
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Re: Filippo Thiery Meteorologo
quotone a ciò che scrive.
Ma il problema è che la maggior parte della popolazione che non è informata su come sono le cose e si affida ai telegiornali non può che esserne influenzata. Finchè i media non la smatteranno di fare sensazionalismo da un estremo all'altro sarà sempre peggio.

Ma il problema è che la maggior parte della popolazione che non è informata su come sono le cose e si affida ai telegiornali non può che esserne influenzata. Finchè i media non la smatteranno di fare sensazionalismo da un estremo all'altro sarà sempre peggio.


Ultima modifica di elgnaro il mar 25 mar, 2014 18:01, modificato 1 volta in totale.
sito web con webcam www.elgnaro.altervista.org
Webcam Panoramica http://www.elgnaro.altervista.org/webcam/caffaro/webpano.php
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Re: Filippo Thiery Meteorologo
elgnaro ha scritto:quotone a ciò che scrive.
Ma il problema è che la maggior parte della popolazione che non è informata su come sono le cose e si affida ai telegiornali non può che esserne influenzata. Finchè i media non la smatteranno di fare sensazionalismo da un estremo all'altro sarà sempre peggio.![]()



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Re: Filippo Thiery Meteorologo
molto ironico e simpatico 

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Re: Filippo Thiery Meteorologo
Impeccabile precisazione di questo mitico meteorologo sulla sua pagina Facebook che voglio condividere con voi:
Filippo Thiery
Nella puntata di ieri di Geo, nel volgere lo sguardo a quanto accaduto sabato nelle Marche, abbiamo precisato alcuni concetti:
- il termine "bomba d'acqua", sempre più frequentemente utilizzato dai media, è un neologismo giornalistico (peraltro orrendo) che non ha alcun corrispettivo nella terminologia scientifica e meteorologica. Quando le piogge assumono una certa intensità si parla di "rovesci", quando questi sono particolarmente forti danno luogo a "piogge torrenziali", se poi cadono almeno 60 mm nell'arco di un'ora (o 40 mm in mezzora) si può parlare di "nubifragi" (che sono, per inciso, fenomeni tutt'altro che anomali nel clima mediterraneo, ci sono sempre stati, anche se negli scenari di riscaldamento globale si avviano a diventare più frequenti). Tutto il resto sono solo invenzioni, buone al più per qualche titolo sensazionalistico di quella parte di giornalismo che rientra, di pieno diritto, nella definizione di informazione-spazzatura.
- Nell'evento marchigiano in questione è assolutamente improprio anche parlare di nubifragi, si è trattato in realtà di piogge sicuramente diffuse, abbondanti ed a tratti intense, ma ben lontane dalla soglia di "nubifragio" ed ancor meno catalogabili come eccezionali, specie se ci si riferisce, nello specifico, a quanto avvenuto nell'abitato di Senigallia nella prima mattinata di sabato 3 maggio: fino al primo mattino di quel giorno, nell'imminenza dell'esondazione del torrente Misa in prossimità della foce, sia su Senigallia che sulla parte a monte del corso d'acqua in questione, erano caduti circa 40/50 mm di pioggia, peraltro distribuiti nell'arco di alcune ore, con cumulate orarie massime non superiori ai 20/30 mm. Nel proseguimento della giornata, ad alluvione ormai avvenuta, nuove precipitazioni (meno intense) hanno portato il totale giornaliero su quella zona a una sessantina di mm; allargandosi all'intera provincia di Ancona, le cumulate giornaliere raggiungono localmente punte fino ai 70/80 mm. In altre province delle Marche, dove è piovuto di più, si trovano un paio di punte fino ai 90/100 mm, sempre come totali giornalieri (con cumulate orarie comunque mai superiori ai 20/30 mm).
- Su tutta la regione, si può insomma parlare di precipitazioni diffuse ed a prevalente carattere di rovescio (anche temporalesco, data l'attività elettrica che ha accompagnato i fenomeni), localmente anche forti come intensità oraria, ma niente di più, un evento quindi assolutamente tipico di condizioni di tempo spiccatamente instabile nel clima mediterraneo, che può verificarsi in qualsiasi regione italiana ed in qualsiasi stagione, oggi come cinquanta o cento o duecento anni fa. Inutile, insomma, cercare alibi nell'eccezionalità dell'evento o nei cambiamenti climatici (che sono un problema a dir poco epocale della nostra era, ma riguardano l'intero pianeta su scale di tempo decennali se non secolari, e non possono diventare il capro espiatorio per nascondere responsabilità ben più contingenti, che rendono normali eventi perturbati regolare motivo di gravi danni e di lutti in qualche parte d'Italia).
- Tanto per avere un termine sintetico di paragone, su Senigallia e dintorni è piovuto un decimo di quanto era piovuto sulla Sardegna durante l'alluvione del 18 novembre scorso, o su Genova e sulle Cinque Terre nei due eventi alluvionali dell'autunno 2011.
- I gravi effetti che piogge sì abbondanti, sì a tratti battenti, ma assolutamente fuori dall'eccezionalità, hanno apportato nell'abitato di Senigallia, ci testimoniano ancora una volta - ahinoi - l'estrema vulnerabilità del territorio italiano, violentato da decenni di cementificazione selvaggia, urbanizzazione dissennata e speculazione edilizia. Attribuire la gravità degli eventi di Senigallia alla presunta eccezionalità delle piogge, invece che alla scriteriata opera dell'uomo, fornisce l'ennesima volgare scusa per non prendere consapevolezza del fatto che il territorio del nostro paese è stato reso un autentico colabrodo da chi ci ha speculato (e ci continua a speculare) sopra, al punto da andare in crisi (fino a provocare la regolare perdita di vite umane) anche per 40 mm di pioggia.
Filippo Thiery
Nella puntata di ieri di Geo, nel volgere lo sguardo a quanto accaduto sabato nelle Marche, abbiamo precisato alcuni concetti:
- il termine "bomba d'acqua", sempre più frequentemente utilizzato dai media, è un neologismo giornalistico (peraltro orrendo) che non ha alcun corrispettivo nella terminologia scientifica e meteorologica. Quando le piogge assumono una certa intensità si parla di "rovesci", quando questi sono particolarmente forti danno luogo a "piogge torrenziali", se poi cadono almeno 60 mm nell'arco di un'ora (o 40 mm in mezzora) si può parlare di "nubifragi" (che sono, per inciso, fenomeni tutt'altro che anomali nel clima mediterraneo, ci sono sempre stati, anche se negli scenari di riscaldamento globale si avviano a diventare più frequenti). Tutto il resto sono solo invenzioni, buone al più per qualche titolo sensazionalistico di quella parte di giornalismo che rientra, di pieno diritto, nella definizione di informazione-spazzatura.
- Nell'evento marchigiano in questione è assolutamente improprio anche parlare di nubifragi, si è trattato in realtà di piogge sicuramente diffuse, abbondanti ed a tratti intense, ma ben lontane dalla soglia di "nubifragio" ed ancor meno catalogabili come eccezionali, specie se ci si riferisce, nello specifico, a quanto avvenuto nell'abitato di Senigallia nella prima mattinata di sabato 3 maggio: fino al primo mattino di quel giorno, nell'imminenza dell'esondazione del torrente Misa in prossimità della foce, sia su Senigallia che sulla parte a monte del corso d'acqua in questione, erano caduti circa 40/50 mm di pioggia, peraltro distribuiti nell'arco di alcune ore, con cumulate orarie massime non superiori ai 20/30 mm. Nel proseguimento della giornata, ad alluvione ormai avvenuta, nuove precipitazioni (meno intense) hanno portato il totale giornaliero su quella zona a una sessantina di mm; allargandosi all'intera provincia di Ancona, le cumulate giornaliere raggiungono localmente punte fino ai 70/80 mm. In altre province delle Marche, dove è piovuto di più, si trovano un paio di punte fino ai 90/100 mm, sempre come totali giornalieri (con cumulate orarie comunque mai superiori ai 20/30 mm).
- Su tutta la regione, si può insomma parlare di precipitazioni diffuse ed a prevalente carattere di rovescio (anche temporalesco, data l'attività elettrica che ha accompagnato i fenomeni), localmente anche forti come intensità oraria, ma niente di più, un evento quindi assolutamente tipico di condizioni di tempo spiccatamente instabile nel clima mediterraneo, che può verificarsi in qualsiasi regione italiana ed in qualsiasi stagione, oggi come cinquanta o cento o duecento anni fa. Inutile, insomma, cercare alibi nell'eccezionalità dell'evento o nei cambiamenti climatici (che sono un problema a dir poco epocale della nostra era, ma riguardano l'intero pianeta su scale di tempo decennali se non secolari, e non possono diventare il capro espiatorio per nascondere responsabilità ben più contingenti, che rendono normali eventi perturbati regolare motivo di gravi danni e di lutti in qualche parte d'Italia).
- Tanto per avere un termine sintetico di paragone, su Senigallia e dintorni è piovuto un decimo di quanto era piovuto sulla Sardegna durante l'alluvione del 18 novembre scorso, o su Genova e sulle Cinque Terre nei due eventi alluvionali dell'autunno 2011.
- I gravi effetti che piogge sì abbondanti, sì a tratti battenti, ma assolutamente fuori dall'eccezionalità, hanno apportato nell'abitato di Senigallia, ci testimoniano ancora una volta - ahinoi - l'estrema vulnerabilità del territorio italiano, violentato da decenni di cementificazione selvaggia, urbanizzazione dissennata e speculazione edilizia. Attribuire la gravità degli eventi di Senigallia alla presunta eccezionalità delle piogge, invece che alla scriteriata opera dell'uomo, fornisce l'ennesima volgare scusa per non prendere consapevolezza del fatto che il territorio del nostro paese è stato reso un autentico colabrodo da chi ci ha speculato (e ci continua a speculare) sopra, al punto da andare in crisi (fino a provocare la regolare perdita di vite umane) anche per 40 mm di pioggia.
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Re: Filippo Thiery Meteorologo
Liriometeo ha scritto:Impeccabile precisazione di questo mitico meteorologo sulla sua pagina Facebook che voglio condividere con voi:
Filippo Thiery
Nella puntata di ieri di Geo, nel volgere lo sguardo a quanto accaduto sabato nelle Marche, abbiamo precisato alcuni concetti:
- il termine "bomba d'acqua", sempre più frequentemente utilizzato dai media, è un neologismo giornalistico (peraltro orrendo) che non ha alcun corrispettivo nella terminologia scientifica e meteorologica. Quando le piogge assumono una certa intensità si parla di "rovesci", quando questi sono particolarmente forti danno luogo a "piogge torrenziali", se poi cadono almeno 60 mm nell'arco di un'ora (o 40 mm in mezzora) si può parlare di "nubifragi" (che sono, per inciso, fenomeni tutt'altro che anomali nel clima mediterraneo, ci sono sempre stati, anche se negli scenari di riscaldamento globale si avviano a diventare più frequenti). Tutto il resto sono solo invenzioni, buone al più per qualche titolo sensazionalistico di quella parte di giornalismo che rientra, di pieno diritto, nella definizione di informazione-spazzatura.
- Nell'evento marchigiano in questione è assolutamente improprio anche parlare di nubifragi, si è trattato in realtà di piogge sicuramente diffuse, abbondanti ed a tratti intense, ma ben lontane dalla soglia di "nubifragio" ed ancor meno catalogabili come eccezionali, specie se ci si riferisce, nello specifico, a quanto avvenuto nell'abitato di Senigallia nella prima mattinata di sabato 3 maggio: fino al primo mattino di quel giorno, nell'imminenza dell'esondazione del torrente Misa in prossimità della foce, sia su Senigallia che sulla parte a monte del corso d'acqua in questione, erano caduti circa 40/50 mm di pioggia, peraltro distribuiti nell'arco di alcune ore, con cumulate orarie massime non superiori ai 20/30 mm. Nel proseguimento della giornata, ad alluvione ormai avvenuta, nuove precipitazioni (meno intense) hanno portato il totale giornaliero su quella zona a una sessantina di mm; allargandosi all'intera provincia di Ancona, le cumulate giornaliere raggiungono localmente punte fino ai 70/80 mm. In altre province delle Marche, dove è piovuto di più, si trovano un paio di punte fino ai 90/100 mm, sempre come totali giornalieri (con cumulate orarie comunque mai superiori ai 20/30 mm).
- Su tutta la regione, si può insomma parlare di precipitazioni diffuse ed a prevalente carattere di rovescio (anche temporalesco, data l'attività elettrica che ha accompagnato i fenomeni), localmente anche forti come intensità oraria, ma niente di più, un evento quindi assolutamente tipico di condizioni di tempo spiccatamente instabile nel clima mediterraneo, che può verificarsi in qualsiasi regione italiana ed in qualsiasi stagione, oggi come cinquanta o cento o duecento anni fa. Inutile, insomma, cercare alibi nell'eccezionalità dell'evento o nei cambiamenti climatici (che sono un problema a dir poco epocale della nostra era, ma riguardano l'intero pianeta su scale di tempo decennali se non secolari, e non possono diventare il capro espiatorio per nascondere responsabilità ben più contingenti, che rendono normali eventi perturbati regolare motivo di gravi danni e di lutti in qualche parte d'Italia).
- Tanto per avere un termine sintetico di paragone, su Senigallia e dintorni è piovuto un decimo di quanto era piovuto sulla Sardegna durante l'alluvione del 18 novembre scorso, o su Genova e sulle Cinque Terre nei due eventi alluvionali dell'autunno 2011.
- I gravi effetti che piogge sì abbondanti, sì a tratti battenti, ma assolutamente fuori dall'eccezionalità, hanno apportato nell'abitato di Senigallia, ci testimoniano ancora una volta - ahinoi - l'estrema vulnerabilità del territorio italiano, violentato da decenni di cementificazione selvaggia, urbanizzazione dissennata e speculazione edilizia. Attribuire la gravità degli eventi di Senigallia alla presunta eccezionalità delle piogge, invece che alla scriteriata opera dell'uomo, fornisce l'ennesima volgare scusa per non prendere consapevolezza del fatto che il territorio del nostro paese è stato reso un autentico colabrodo da chi ci ha speculato (e ci continua a speculare) sopra, al punto da andare in crisi (fino a provocare la regolare perdita di vite umane) anche per 40 mm di pioggia.
Davvero impeccabile

La felicità non consiste nell'angoscioso raggiungimento di un obiettivo, ma nell'attimo in cui si percepisce la grandezza di ciò che già si possiede.
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Re: Filippo Thiery Meteorologo
Ha perfettamente ragione...ma è tempo perso.
Abitiamo in un paese in cui la colpa di qualsivoglia fenomeno fisico, per definizione "eccezzzzzzionale", è sempre di qualcosa d'altro. Abitiamo in un paese in cui in caso di terremoti di entità relativamente modesta (perchè tali sono sismi di magnitudo 5) si hanno danni anche ingenti ad edifici chiave quali scuole, ospedali, centri di coordinamento, e abitiamo in un paese in cui una sentenza ha stabilito che se crolla un edificio per un terremoto, la colpa non è di chi ha progettato l'edificio, ma di chi non ha allertato e evacuato per tempo la popolazione sulla base di inesistenti indicazioni.
Sono anni che finiamo puntualmente a bagno nel fango ad ogni scoreggia del cielo, ma si fa poco o nulla per evitare che succeda. D'altra parte, rende decisamente di più fare i lavori "dopo", con qualche appalto dall'esito strampalato.
Abitiamo in un paese in cui la colpa di qualsivoglia fenomeno fisico, per definizione "eccezzzzzzionale", è sempre di qualcosa d'altro. Abitiamo in un paese in cui in caso di terremoti di entità relativamente modesta (perchè tali sono sismi di magnitudo 5) si hanno danni anche ingenti ad edifici chiave quali scuole, ospedali, centri di coordinamento, e abitiamo in un paese in cui una sentenza ha stabilito che se crolla un edificio per un terremoto, la colpa non è di chi ha progettato l'edificio, ma di chi non ha allertato e evacuato per tempo la popolazione sulla base di inesistenti indicazioni.
Sono anni che finiamo puntualmente a bagno nel fango ad ogni scoreggia del cielo, ma si fa poco o nulla per evitare che succeda. D'altra parte, rende decisamente di più fare i lavori "dopo", con qualche appalto dall'esito strampalato.

How the hell did I get here so soon?
Our weary eyes still stray to the horizon
Though down this road we've been so many times
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Re: Filippo Thiery Meteorologo
Gran bel intervento.
In effetti i giornalisti usano il termine eccezionale sempre più frequentemente snaturando il termine a loro piacimento non solo per le piogge ma ad esempio a riguardo di temperature o precipitazioni nevose.
In effetti i giornalisti usano il termine eccezionale sempre più frequentemente snaturando il termine a loro piacimento non solo per le piogge ma ad esempio a riguardo di temperature o precipitazioni nevose.
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