Lo Schifo Che Ci Circonda

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conteBS
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Lo Schifo Che Ci Circonda

Messaggio da conteBS »

Per chi non l'avesse vista, la puntata dedicata alla nostra città e periferia di Presa Diretta, l'indagine sulla Caffaro e il PCB...

Bello venire a sapere dalla tv che il fosso a 10 metri da casa ed attaccato al parco dove abbiamo sempre giocato da piccoli e dove giocano tuttora i bimbi di parenti ed amici contiene livelli di PCB 42000 (quarantaduemila) volte superiore ai limiti di legge.... Sono sconcertato...

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/me ... bfdb4.html
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Boss
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Re: Lo Schifo Che Ci Circonda

Messaggio da Boss »

Se ne parla (molto) poco, ma non è una novità. Il lascito della Caffaro è pesante, maggiore di quello dell'Ilva.
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giak66
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Re: Lo Schifo Che Ci Circonda

Messaggio da giak66 »

vista la trasmissione sapevo gia la cosa purtroppo :boh:
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conteBS
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Re: Lo Schifo Che Ci Circonda

Messaggio da conteBS »

la giornalista del servizio ha sparato 42.000 volte ma è 42 volte se si fa un fermo immagine di quando fan vedere le analisi... Sempre comunque una quantità mostruosa, io ci ho sempre giocato attorno a quel fosso, per non dire tutte le volte che ci siamo entrati per prendere i palloni caduti dentro..
Ultima modifica di conteBS il mar 02 apr, 2013 15:14, modificato 1 volta in totale.
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giak66
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Re: Lo Schifo Che Ci Circonda

Messaggio da giak66 »

giak66 ha scritto:vista la trasmissione sapevo gia la cosa purtroppo :boh:


rettifico non avevo visto la parte dell'Alabama IMPRESSIONANTE!!!!!! :wallbash: :wallbash:
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Diego
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Re: Lo Schifo Che Ci Circonda

Messaggio da Diego »

Il sito dei veleni è
un «caso nazionale»

AMBIENTE. Dopo la denuncia del programma di Rai Tre, Presa diretta, torna a alzarsi l'allarme per la situazione. Con i numeri di un recente studio già noto è stata risvegliata la preoccupazione dei cittadini e si è ricostruito il caso di inquinamento industriale più grave d'Italia

Il Tumori alla tiroide, al fegato, al seno. E linfoma non Hodg- kin: sono i «regali» riservati ai bresciani del policlorobifenile, noto come Pcb, il veleno uscito dalla Caffaro in decenni di attività produttiva. Nell'ultima puntata della serie di inchieste di «Presa diretta», quasi interamente dedicata al disastro ambientale dell'azienda di via Milano e andata in onda domenica sera su Rai3 prendendo spunto dal libro di Marino Ruzzenenti che dodici anni fa fece scoppiare il caso, l'epidemiologo dell'azienda sanitaria locale di Mantova Paolo Ricci ha reso noti i numeri del suo studio condotto sulla popolazione bresciana che vive nel Sito di interesse nazionale (Sin) della Caffaro. Numeri che hanno fatto venire la pelle d'oca, non solo a chi vive in quei quartieri della città. LO STUDIO, che era stato presentato a Bolzano lo scorso 21 marzo e che è stato compiuto incrociando i dati dell'Istituto superiore di sanità e del registro nazionale tumori, ha raccontato una realtà terrificante, che sembra aver risvegliato da un lungo sonno chi considerava «archiviato» il caso di inquinamento industriale forse più grave d'Italia. Rispetto alla popolazione che vive nel Nord Italia e non all'interno di un Sin, l'incidenza di questi tumori a Brescia è particolarmente rilevante: + 49 per cento per la tiroide, + 20 per cento per il linfoma non Hodgkin, + 58 per il tumore al fegato e + 26 per quello al seno. «Il livello di contaminazione da Pcb in questa parte di popolazione è incommensurabile», ha commentato Ricci incalzato dalle domande di Riccardo Iacona, che insieme con Rebecca Samonà ha firmato la puntata girata a Brescia e intolata «Puliamo l'Italia». Recentemente l'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) ha riclassificato il Pcb come cancerogeno certo. La correlazione fra questi numeri spaventosi e la contaminazione da Pcb che nella zona a sud di Brescia si estende per chilometri non è più negabile. Ma, da quando nel 2001 scoppiò il caso grazie al lavoro di indagine di Marino Ruzzenenti, questa correlazione non è mai stata messa in discussione. Eppure quasi trentamila bresciani vivono ancora su terreni fortemente inquinati dal Pcb. Nel suo studio Ricci pone a confronto il caso Caffaro con quanto accaduto a Seveso, la cittadina che nel 1976 venne investita da una nube tossica di diossina del tipo più pericoloso, a causa di un incidente consumatosi nell'azienda chimica Icmesa di Meda. A Seveso nell'area più inquinata le persone vennero fatte evacuare e fu stimato che il terreno sia stato inquinato per 7 centimetri di profondità, con una presenza di Pcb trascurabile. A Brescia le cose sono andate in modo molto diverso: lo scarico idrico nelle rogge è stato pari a 10 milioni metri cubi di acqua inquinata all'anno con una fuoriuscita di 150 tonnellate di Pcb fra il 1938 e il 1984. Si tratta di150 mila tonnellate prodotte. Nella zona a sud della città, ha rilevato ancora Ricci, la popolazione non è mai stata evacuata sebbene il terreno sia risultato inquinato fino a 50 centimetri di profondità. ALL'INTERNO del sito di interesse nazionale Ricci ha contato una ventina di aziende agricole che fino agli anni Settanta producevano latte, latticini e carni poi venduti a livello locale. Ed è proprio l'insediamento del Pcb nella catena alimentare ad aver provocato i danni maggiori per l'uomo. Perché una volta che questa sostanza cancerogena si fissa al grasso corporeo, non c'è più verso di smaltirla. Lo sa bene la famiglia Antonioli, intervistata da Iacona. Proprietari di mucche e altri animali da allevamento, in pochi giorni gli Antonioli si sono visti portare via tutto. I veterinari dell'Asl di Brescia hanno trovato nelle loro mucche livelli altissimi di Pcb: «In una settimana sono venuti e le hanno caricate su un camion per abbatterle. Da un giorno all'altro ci hanno proibito di consumare e vendere tutto quello che prima producevamo, ma non è mai arrivato un euro di indennizzo. Ora viviamo con la mia pensione», ha raccontato il capo famiglia, operato di un cancro alla prostata. E la figlia ha spiegato come, inconsapevolmente, abbia nutrito i propri figli maggiori con i prodotti considerati genuini della fattoria di famiglia, di fatto intossicandoli. «Quando ci hanno informato ho subito smesso, e il terzo figlio che è nato dopo l'ho sempre tenuto ben lontano da quei cibi che prima consideravamo genuini. Però l'ho allattato al seno, perché nessuno mi aveva detto che non avrei dovuto farlo. Così si è scoperto che anche lui, nonostante gli accorgimenti, ha il Pcb nel sangue», ha raccontato. Nel viaggio fra le scuole Deledda e Divisione Acqui con i giardini contaminati, nei quartieri Primo Maggio e Chiesanuova dove non si può calpestare l'erba, fino a Castelmella e Capriano del Colle, ciò che ha stupito maggiormente Iacona e Samonà è quanto poco sia stato fatto in dodici anni. La fabbrica è chiusa dal 1984, il caso è scoppiato nel 2001, ma fino ad oggi c'è stato solo un susseguirsi di ordinanze comunali, rinnovate ogni sei mesi, che vietano di mangiare cibo autoprodotto in quelle zone, giocare nei parchi o calpestare terreno contaminato. BEN ALTRA COSA è stata fatta ad Anniston, cittadina dell'Alabama che con Brescia condivide il triste destino della contaminazione da Pcb. Ad Anniston, trentamila abitanti insediati a pochi metri da una fabbrica della Monsanto - la stessa che ha venduto alla Caffaro il brevetto per produrre il Pcb -, i residenti hanno intrapreso una causa collettiva che ha costretto la multinazionale a pagare 700 milioni di dollari ai cittadini che aveva avvelenato e adesso si sta facendo carico di tutte le spese della bonifica. A Brescia, dove i livelli di Pcb nel sangue dei residenti è mediamente più alto di quelli degli abitanti di Anniston come ha confermato Francesco Donato, professore di sanità pubblica all'università di Brescia, nulla o quasi è stato fatto. Iacona ha intervistato anche l'ex sindaco Paolo Corsini chiedendogli conto di questa scelta, e non solo. «Si dice che il Comune non si sia costituito parte civile perché Emilio Gnutti, suo sostenitore in campagna elettorale e membro del cda della municipalizzata Asm, aveva acquistato il gruppo Snia di cui faceva parte Caffaro poi scindendolo in due società», ha accusato Iacona. Corsini, però, ha rifiutato il ruolo del capro espiatorio della mancata bonifica: «Se c'è qualcuno che pubblicamente sostiene questo verrà da me querelato. Ai tempi non ci costituimmo parte offesa perché il nostro consulente legale ce lo sconsigliò. Potevo portare il Comune di Brescia a perdere una causa?». LA PUNTATA si è chiusa con una breve carrellata sulle grandi opere finanziate o proposte a Brescia negli ultimi anni (metropolitana e parcheggio sotto il castello), a fronte delle quali Iacona si è chiesto: «Perché la bonifica ambientale è sempre all'ultimo posto nell'agenda degli amministratori locali?». Una partita che non potrà più essere rimandata, dato che dalla ricerca di Ruzzenenti ripresa da Iacona è emerso con chiarezza come sotto la Caffaro ci sia una bomba a orologeria pronta a esplodere in qualsiasi momento.


Silvana Salvadori

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marco71
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Re: Lo Schifo Che Ci Circonda

Messaggio da marco71 »

Tanto per capirne di più potete leggere questi link. Purtroppo penso che la cosa sia stata sottovalutata e sia un pò tardi per agire. La fabbrica è chiusa da anni e quindi il grosso del danno "penso" sia stato fatto. Chissà come mai nel resto del mondo tali fabbriche son state chiuse con largo anticipo rispetto alla Caffaro.. Come quasi sempre succede, in Italia, l'argomento INQUINAMENTO (di qualsiasi forma si tratti) pare essere un tabù per i nostri governanti.... Se non si muove qualche comitato di cittadini passa sempre tutto in sordina. Speriamo solo che tra qualche anno non si debba parlare dell'inceneritore..

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/03 ... ia/547868/

http://www.focus.it/ambiente/ecologia/I ... 3_C39.aspx

http://brescia.corriere.it/brescia/noti ... 8341.shtml

http://www.comune.brescia.it/NR/rdonlyr ... avoro1.pdf

http://www.daimon.org/ambiente/pcb_inqu ... rescia.htm
Diego
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Re: Lo Schifo Che Ci Circonda

Messaggio da Diego »

marco71 ha scritto:Purtroppo penso che la cosa sia stata sottovalutata e sia un pò tardi per agire.


Peggio Marco, la cosa non è "sottovalutata" (sanno benissimo la gravità del problema) ma volutamente "sottotaciuta" per evitare che qualcuno "smuova troppo" il polverone mediatico....

ps: per bonifare interamente la zona dal PCB significherebbe asportare completamente i primi 40 metri di profondità di terreno per almeno un raggio di 1 km dall'insediamento Caffaro (quindi cosa impossibile sia per i costi che per la logistica visto che stiamo parlando di quartieri cittadini).
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tibo68
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Re: Lo Schifo Che Ci Circonda

Messaggio da tibo68 »

marco71 ha scritto:Tanto per capirne di più potete leggere questi link. Purtroppo penso che la cosa sia stata sottovalutata e sia un pò tardi per agire. La fabbrica è chiusa da anni e quindi il grosso del danno "penso" sia stato fatto. Chissà come mai nel resto del mondo tali fabbriche son state chiuse con largo anticipo rispetto alla Caffaro.. Come quasi sempre succede, in Italia, l'argomento INQUINAMENTO (di qualsiasi forma si tratti) pare essere un tabù per i nostri governanti.... Se non si muove qualche comitato di cittadini passa sempre tutto in sordina. Speriamo solo che tra qualche anno non si debba parlare dell'inceneritore..


Se ne sta già parlando , purtroppo.

http://www.bresciatoday.it/cronaca/bres ... anoni.html
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giak66
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Re: Lo Schifo Che Ci Circonda

Messaggio da giak66 »

nonostante sapevo la storia del pcb della Caffaro devo dire che non pensavo avesse queste dimensioni catastrofiche.
mi sono visto due volte il video siamo in una situazione a dir poco spaventosa e sottovalutata,vero che ormai il danno è fatto ma è un danno che continua ogni giorno.
il pcb da Brescia non se ne andrà mai :wallbash: :wallbash:
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Boss
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Re: Lo Schifo Che Ci Circonda

Messaggio da Boss »

Mah, io non direi che è sottovalutata.
Però, quasi curiosamente, aggiungo che sono i bresciani stessi a fregarsene, a non darci peso.
In città ci sono due emergenze ambientali: la qualità dell'aria, ai vertici della classifica europea per inquinamento, e quella del terreno per il noto disastro della Caffaro.
Di cui in città curiosamente quasi nessuno parla: pure qui si discute occasionalmente dell'Ilva, ma di quanto successo nel recente passato e del suo lascito (ben oltre i due quartieri cittadini maggiormente coinvolti) se ne discute solo quando la notizia viene portata alla ribalta in qualche modo. Quindi attimo di indignazione&protesta...e tra due mesi nessuno si ricorderà più nulla, "Caffaro" sarà giusto uno strano toponimo visto da qualche parte su un cartello stradale e al più qualcuno ricorderà remotamente un qualche problema dovuto a sostanze strane.
Ovvio che, in un contesto del genere, anche le amministrazioni siano poco propense a intervenire. Chiaramente il "bene comune" è il principio ispiratore di qualsiasi politico, ma si tratta solamente di vuote parole.
La reale situazione è che la bonifica dei siti inquinati costa uno sproposito e, in un contesto come quello italiano, è soggetto certamente a svariati ricorsi che dilatano oltremisura i tempi e aumentano ulteriormente i costi.
E anche l'emergenza per la qualità dell'aria è di ostica soluzione, dato che richiederebbe il drastico cambio di abitudini di una popolazione che, tra le altre cose, ha uno dei tassi di motorizzazione più alti (fino a un annetto fa esisteva almeno un'auto per ciascun patentato sul territoro comunale, e in provincia le cose non vanno tanto diversamente). Quale amministrazione è realmente disposta ad accollarsi gli ingenti oneri di interventi necessari, se poi alla prima occasione la cittadinanza sceglie il primo che gli costruisce una nuova strada, un nuovo centro commericale, promette una fantomatica pista ciclabile e tanti saluti a tutto il resto? :icon_wink:

Per quanto riguarda l'inceneritore: che non emetta pura brezza di montagna è indubbio. Però come sempre in Italia quando si parla di qualcosa mancano i dati su cui poter fare qualsiasi ragionamento sensato che non sia la solita sparata dell'esponente-di-qualcosa di turno che solleva l'indignazione popolare...e poi più nulla (oppure crea proposte improbabili tipo "chiudiamo l'inceneritore" senza esporre un piano di ammortamento e senza discutere delle alternative da adottare, con i costi annessi). Dire che "in 18 stalle sono stati rilevati valori superiori" è utile quanto dire che a "marzo piove sempre e fa freddo". Oltretutto, in questo contesto, senza neppure prendersi la briga di separare il problema inceneritore da quello della Caffaro (che con buona probabilità è potenzialmente la responsabile dei valori di Pcb oltre soglia). Di questo passo non si faranno mai passi avanti, ma a molti fa comodo così.
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Re: Lo Schifo Che Ci Circonda

Messaggio da buferadineve »

conteBS ha scritto:Per chi non l'avesse vista, la puntata dedicata alla nostra città e periferia di Presa Diretta, l'indagine sulla Caffaro e il PCB...

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Re: Lo Schifo Che Ci Circonda

Messaggio da marcobs »

Io abito a Chiesanuova e i miei figli frequentano la scuola con il giardino off-limits. Quando 6 anni fa ho costruito casa ho avuto l'obbligo di bonificare l'area a mie spese e quindi il terreno del giardino è stato portato via come rifiuto speciale e ne è stato portato di nuovo. Tra esami prima della bonifica, trasporto e conferimento alla discarica ed esami dopo la bonifica ho dovuto sborsare una cifra non indifferente che ha fatto lievitare i costi del cantiere, ma ormai avevo cominciato e non potevo di certo interrompere i lavori. Ora, almeno a casa, sono sicuramente più tranquillo ma non posso di certo impedire ai miei figli di giocare al parco e anche a scuola, a differenza di quanto si vede nel servizio, i bambini usano, anche se proibito, il giardino.
Il PCB ha Brescia è un problema serio è non è da trascurare, queste trasmissioni servono per richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica e degli amministratori su una situazione che tendeva ad essere dimenticata. Il PCB NON E' L'UNICA FONTE DI INQUINAMENTO. Penso ad esempio alla centrale Lamarmora che la maggior parte della gente non sa che funziona ancora a carbone e ad olio o alla bellissima torre azzurra che incenerisce i rifiuti di mezza Lombardia e gli utili derivati dall'incenerimento e dalle fonti energetiche prodotte (calore ed energia elettrica) se ne vanno per metà a Milano.

P.S. I miei nonni hanno vissuto una vita intera a Chiesanuova ed erano coltivatori diretti quando la zona era agricola, si sono cibati di ciò che coltivavano e degli animali che allevavano. Mio nonno è morto a 91 anni e mia nonna a 97. Probabilmente sono solo stati fortunati e sono riusciti a far parte della percentuale che nella statistica ha avuto la meglio.
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Re: Lo Schifo Che Ci Circonda

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In realtà è sempre un problema valutare gli effetti reali di una data sostanza, soprattutto quando non è l'unica a cui l'organismo viene esposta, e in una città media di cancerogeni o potenziali cancerogeni ce ne sono parecchi.
Resta però il fatto che il problema da solo non solo non si risolve, ma tende anche a peggiorare, e quindi più tempo si perde e più aumentano le spese da sostenere.

Poi ci sono anche altri problemi: per esmepio, marco ha smaltito il terreno come rifiuto speciale, una cosa che ha un costo. Ma chi poi ha preso in carico quel terreno, dove lo ha smaltito? (presumo che all'epoca i cantieri della BreBeMi non fossero ancora partiti, quindi la rispoosta scontata non dovrebbe valere :sarcastic: :sarcastic: )
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