che schifo...
'Così truccavano Brescia-Mantova'
Come leggere un libro giallo. Le 337 pagine dell´ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 17 persone sono fitte di nomi, intercettazioni, ricostruzioni. Emessa dal giudice per le indagini preliminari di Cremona, Guido Salvini, che ha mandato in carcere tra gli altri Cristiano Doni, ex capitano dell´Atalanta, già squalificato dalla giustizia sportiva, il difensore Carlo Gervasoni (Piacena, Mantova), il mediano Filippo Carobbio (ex Albinoleffe, ora allo Spezia), Luigi Sartor (ex Vicenza, Roma, Parma, Inter) e Nicola Santoni, preparatore dei portieri del Ravenna, ex portiere del Brescia.
BEN 26 PAGINE dell´ordinanza parlano di Brescia-Mantova, disputata alle ore 19 del 2 aprile 2010, nel campionato vinto dai biancazzurri di Beppe Iachini, e terminata 1-0 grazie a un gol di Caracciolo su rigore, segnato dopo soli tre minuti.
Questa la sintesi trasmessa dagli inquirenti di Zagabria: «Il 1° aprile Gegic informava Saka che i giocatori del Mantova, Alessandro Pellicori e Carlo Gervasoni (con cui il giorno precedente si era scambiato ben 36 messaggi, ndr), avevano accettato di alterare il risultato della gara al Rigamonti. Saka a sua volta avvertiva Suljic che, nelle ore serali, in compagnia di Ribic e di Almir Gegic, interprete e intermediario, si recava all´appuntamento con Gervasoni». L´incontro avviene fuori dall´Una Hotel di viale Europa, dove è in ritiro il Mantova. «Durante tale incontro Suljic si consultava telefonicamente con Saka, comunicando che era possibile l´alterazione del risultato, ma che per tale operazione i calciatori del Mantova chiedevano un compenso in denaro. Ricevuto l´ok, Suljic consegnava una somma di denaro non precisata, affinché la squadra del Brescia vincesse con almeno due e gol di differenza».
La sera del 2 aprile Saka va allo stadio Rigamonti per poter informare Suljic dell´evolversi degli eventi sul campo. I due parlano delle quote delle scommesse, e osservano che, in caso di 1-1 o di 2-1, anche i giocatori corrotti perderebbero i soldi. Saka osserva che c´è un´unica squadra in campo, il Brescia: «E´ la migliore, ma non crea occasioni».
Anche all´inizio della ripresa continua a descrivere la partita. Precisa che ambedue i loro calciatori sono in campo. Riferisce delle parate di Handanovic, e alle 20.14 grida che il pallone sta entrando in rete, ma Carlo (Gervasoni) lo tira via dalla linea. Il difensore evita il gol che avrebbe consentito ai biancazzurri di imporsi per 2-0, raggiungendo così l´over oggetto della scommessa. E´ il 58´. Saka è incredulo, e si dispera. Alle 20.25 commenta amaramente che «né Carlo né l´altro» fanno niente per indirizzare la partita nel verso giusto la partita. «Restano in centro», dice. Finisce col punteggio di 1-0, e il Brescia in dieci per l´espulsione di Caracciolo.
Il croato, allibito, osserva che tutti e due (i giocatori corrotti) «non sono normali» e che «ora devono restituire i soldi». «Nemmeno questo Carletto ha fatto niente. Tutto pulito, palle a destra e a sinistra. Almeno se avesse tentato un dribbling per fregare qualcuno. Ma niente. Salva un gol pulito, il pallone supera il portiere e lui lo tira fuori dalla linea bianca». Poi Saka chiede a Gegic se gli hanno dato «la paprika» (i soldi per la combine), e l´altro risponde: «Tutto». Dopo avere precisato che ora «deve restituire i soldi, almeno il doppio, perchè ci ha fregato», Gegic dice che gli manderà un messaggio invitandolo a farsi vivo. E aggiunge: «No, non è normale, non sa cosa rischia nella vita».
MA GERVASONI non risponde, e allora i due decidono di andare «nella città dove abita: non è lontana, 30 chilometri da Verona», cioè Mantova. Alle 23.28 della sera della partita si verifica la conversazione, quasi tutta in italiano. Il difensore, che si trova con Saka, il quale parla al telefono con Gegic, si scusa, ammettendo di avere effettuato il salvataggio sull´unica occasione del possibile 2-0 per il Brescia. «Pensavo che il pallone fosse già dentro», sostiene. Gli «zingari» gli contestano che avrebbe dovuto restare fermo o buttarla dentro. Lui ammette che è vero, e commenta: «I soldi facevano comodo anche a me», a conferma dell´obbligo di restituirli. «Non c´era un´intenzione particolare - prosegue -. Pensavo che entrasse».
Successivamente Saka chiama di nuovo, e invita Gegic a dire al calciatore che «i soldi dovranno essere restituiti nella partita contro il Cesena. Giallo (il soprannome del calciatore; ndr) sarà pagato se giocherà, ma gli altri devono restituire».
«La conversazione -annota il giudice per le indagini preliminari- riassume esattamente i ruoli dei diversi protagonisti, confermando in pieno l´esistenza di un accordo corruttivo da parte di alcuni calciatori del Mantova, che evidentemente hanno già percepito il compenso illecito per alterare l´esito dell´incontro, tanto da dover onorare l´impegno in un successivo incontro».
E ancora: «Il forte risentimento degli scommettitori si evidenzia là dove emerge la contrarietà per il comportamento dei corrotti, che non sono riusciti a tenere fede all´accordo. Anzi, sembrano avere giocato, inspiegabilmente, in modo non conforme alla prospettiva di far segnare più gol possibile agli avversari».
Poche righe dell´ordinanza sono dedicate alle tre partite dello scorso campionato di A Brescia-Chievo (0-3), Brescia-Bari (2-0) e Brescia-Lecce (2-2), con gol della vittoria di Caracciolo annullato per fuori gioco inesistente in pieno recupero. Ma per il gip Salvini «la rogatoria in Svizzera attualmente in corso consentirà presumibilmente di acquisire ulteriori elementi con riferimento al denaro ricevuto dai bolognesi da parte del clan di Singapore».
Sergio Zanca
Fonte:
www.bresciaingol.com