Il discorso da fare è particolarmente lungo e complesso, e tocca parecchi ambiti molto diversi tra loro, e con interessi molto diversi tra loro.
Da un lato c'è il concetto di difesa della salute, sia per la tutela del cittadino sia perchè il cittadino che si ammala di una patologia cronica a medio o lungo termine rappresenta un costo non indifferente. Quindi se sta bene, tanto meglio.
In quest'ottica preoccuparsi degli effetti delle sostanze pericolose, man mano che le si determina, ha un suo senso ben preciso, e ha quindi senso anche cercare di fare dei passi avanti nel loro controllo. E' anche grazie a questo che, per fortuna, non viviamo come ai tempi della rivoluzione industriale.
Dall'altro c'è il cittadino, inteso come unità astratta inserita in un gruppo, e che è molto volubile nelle sue opinioni.
E che, soprattutto, ha dei concetti molto particolari in materia di ciò che si deve o non si deve fare: lui in buona parte vuole un mondo non inquinato, in cui può respirare il profumo delle violette nei campi...però vorrebbe che questo accadesse senza che niente toccasse ciò che rigurda la sua sfera.
E quindi hai quello che si, abbasso l'inquinamento, ma l'auto la uso anche per andare dal panettiere che sta a 50 metri da casa.
Quello che si, abbasso l'inquinamento e al bando le auto Diesel che fanno venire il cancro, ma poi accende il caminetto perchè fa tanto 'atmosfera' nelle gelide (...) notte d'inverno, e se glielo fai presente risponde con 'ma cosa vuoi che sia un caminetto acceso' (risposta: tanto, come chiunque frequenti valli e vallette dovrebbe aver notato).
E così via.
Da un'altra parte ancora ci sono i vari interessi economici ed industriali dei più svariati soggetti, con impatto variabile sull'inquinamento di suolo, acqua e aria.
E infine ci sono i legislatori, che spesso si trovano tra due fuochi: qualcosa devono fare (sia percè glielo chiedono organi superiori, sia perchè lo chiedono i cittadini) ma devono stare bene attenti a cosa fare.
E devono fare i conti con il fatto che le fonti di inquinamento sono estremamente varie e dipendono da cosa si va a verificare.
Oggi per esempio vanno per la maggiore le polverini fini (che dipendono da svariate sorgenti, di cu il traffico veicolare è solo una componente, peraltro abbastanza costante nel tempo) e gli ossidi di azoto, che sono invece un prodotto principalmente di attività di combustione (motori a combustione interna, ad esempio, con significativa prevalenza di diesel...o i famosi caminetti

). Un domani chissà cosa andrà, e la crociata anti diesel attuale magari si trasformerà in crociata anti qualcosa d'altro.
E' però innegabile che non ha senso parlare di soluzioni senza tenere in debito conto le particolarità di uno specifico territorio, in termini di densità abitativa e attività industriali.
In Val padana bisogna sicuramente studiare provvedimenti (globali, non solo traffico) più efficaci, ma è necessario che la cosa venga portata avanti nei tempi e nei modi giusti. E richiede lo scendere a compromessi da parte di tutti, da quello non si scappa.