Re: Galaverna E Neve Chimica, Spettacolo In Città!
Inviato: mer 18 gen, 2012 08:08
galanevina!!
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StefanoBs ha scritto:Rickybs ha scritto:giak66 ha scritto:la differenza stà proprio nel modo in cui si formano galaverna brina e neve quindi tecnicamente benchè visivamente simile non è sicuramente neve.
altrimenti ha nevicato anche nel mio freezer
ma brina e galaverna non sono formate da fiocchi di 1 centimetro di diametro che svolazzano allegramente (non credo che nel tuo freezer volino fiocchi) quindi tecnicamente non è brina o galaverna... io resto dell'idea che in certi casi si possa parlare di neve, per quanto atipica.
Coniamo un nuovo termine e aggiungiamogli la parola "chimica" (anche se è tutto da vedere), sicuramente non è neve, che è un fenomeno che si genera in condizioni diverse.
Probabilmente l'italiano è limitato nei suoi sinonimi, sicuramente in una lingua più nordica avremmo il termine giusto. Anche se presumo che nel caso di fiocchi "visivi" si possa anche parlare di calabrosa (dipende sempre da come è strutturato questo fantomatico fiocco).
Rickybs ha scritto:StefanoBs ha scritto:Rickybs ha scritto:giak66 ha scritto:la differenza stà proprio nel modo in cui si formano galaverna brina e neve quindi tecnicamente benchè visivamente simile non è sicuramente neve.
altrimenti ha nevicato anche nel mio freezer
ma brina e galaverna non sono formate da fiocchi di 1 centimetro di diametro che svolazzano allegramente (non credo che nel tuo freezer volino fiocchi) quindi tecnicamente non è brina o galaverna... io resto dell'idea che in certi casi si possa parlare di neve, per quanto atipica.
Coniamo un nuovo termine e aggiungiamogli la parola "chimica" (anche se è tutto da vedere), sicuramente non è neve, che è un fenomeno che si genera in condizioni diverse.
Probabilmente l'italiano è limitato nei suoi sinonimi, sicuramente in una lingua più nordica avremmo il termine giusto. Anche se presumo che nel caso di fiocchi "visivi" si possa anche parlare di calabrosa (dipende sempre da come è strutturato questo fantomatico fiocco).
non sono d'accordo... questa spiegazione mi sembra eccellente e credo tolga ogni dubbio... le goccioline di pioggia si possono formare in alta quota così come nella nebbia, perchè non dovrebbe essere così anche per la neve? Da leggere, è molto chiara (fonte: un messaggio di Boncristiano su Meteoforum):
"Partiamo dalla definizione di Nebbia e sottolineamo subito che tale definizione coincide con la definizione di Nube, poichè la nebbia è una nube, solo che è posta ad una quota più bassa.
Nebbia: è una nube a tutti gli effetti, fatta cioè, per temperature dai -40° in su, di microscopiche goccioline di acqua, talmente microscopiche che restano sospese nell’aria senza precipitare ( Nebbia Liquida e Nubi Liquide) o, per temperature dai -40°C in giù, di microscopici cristalli di ghiaccio anche questi talmente piccoli che restano in sospensione ( Ice Fog o Nebbia di Ghiaccio e Nubi di cristalli). Ovviamente esistono anche condizioni intermedie e miste (nebbie e nubi fatte sia da goccioline microscopiche che da cristalli microscopici in sospensione) ma generalmente, come si può intuire, le goccioline microscopiche rimangono allo stato liquido anche a temperatura ben inferiore allo zero ovvero rimangono nello stato liquido sopraffuso fino a temperature generalmente di -40°C. Questo perchè sono talmente piccole che per congelare avrebbero bisogno di una "superficie di appoggio" che funga da nucleo di condensazione (es. le particelle solide microscpiche della polvere) oppure di una superficie sulla quale depositarsi (vedi galaverna e calabrosa). Solo a temperature generalmente inferiori a -40°C le goccioline microscopiche delle nubi o della nebbia, anche senza nuclei di condensazione, riescono a congelare in cristalli microscopici che però, come le goccioline microscopiche, saranno talmente leggeri da rimanere sospesi senza precipitare. Si hanno allora le nubi fatte di cristalli (es. i Cirri) e la Ice Fog o Nebbia di Ghiaccio, entrambi possono avvenire solo a temperature generalmente inferiori ai -40°C (vedi nebbie di ghiaccio del Polo Nord). Se la temperatura è tra -0°C e -40°C si parla di Freezing Fog o Nebbia Congelantesi che è proprio quella che produce la Galavaerna;
Freezing Fog o Nebbia Congelantesi e Galaverna: la Nebbia Congelantesi è una nebbia a temperatura tra -0°C e -40°C, quindi una Nebbia Liquida, fatta cioè di goccioline microscopiche in sospensione allo stato liquido sopraffuso e tende facilmente a produrre la Galaverna o la Calabrosa (..da cui l’aggettivo "congelantesi"), specie se sono presenti brezze. Questo perchè le brezze fanno scontrare le goccioline microscopiche in sospensione allo stato liquido sopraffuso con le superfici sotto zero (alberi, tetti ecc..soprattutto le superfici verticali poichè creano più attrito con la brezza); le goccioline una volta toccata la superficie vi si attaccano e passano dallo stato liquido sopraffuso allo stato solido formando quei cristalli tipici della galaverna attaccati ai rami delle piante. La Galaverna quindi non precipita dal cielo ma si forma direttamente sulle superfici! Tutto ciò che di bianco precipita dal cielo dicasi Neve o Nevischio (se i cristalli sono piccoli). Vediamo quindi come si forma la Neve dalle nubi alte o dalla Nebbia.
Neve e Nevischio: ora, siamo sempre nel caso della Freezing Fog o Nebbia Congelantesi che produce eventualmente Galaverna ma lo stesso accade in una nube alta. Nell’aria sono presenti naturalmente milioni di particelle solide microscopiche in sospensione (soprattutto sali e silicati) che fungono da nuclei di condensazione. Le goccioline microscopiche in sospensione allo stato liquido sopraffuso saranno attratte da questi nuclei di condensazione e potranno congelare su di essi, in questo modo si formano nell’aria cristalli di ghiaccio microscopici in sospensione, non in grado cioè di precipitare (meccanismo denominato Processo di Bergeron-Findeisen). Se sono però presenti anche delle brezze o dei moti ascensionali come quelli che si verificano normalmente in quota o al suolo durante il sollevamento della nebbia questi cristalli microscopici tendono a scontrarsi con altre goccioline microscopiche e quindi ad ingrandirsi, finchè quando saranno sufficientemente grandi da superare il peso dell’aria precipitano (processo denominato Coalescenza). La somma di questi due processi, condensazione delle goccioline microscopiche attorno a nuclei solidi di condensazione + coalescenza per moti ascensionali o venti (entrambi i processi sono singolarmente necessari ma non sufficienti affinche si abbia la precipitazione ma è necessario che si verificano entrambi), è esattamente il meccanismo di formazione della Neve (..e della pioggia se a T.> 0°C), sia che essa si formi da nubi alte e in questo caso i nuclei di condensazione sono fatti soprattutto di sali e silicati, sia che si formi dalla nebbia, e in questo caso ai nuclei di condensazione naturali (sali,silicati ecc..) vanno aggiunti quelli "chimici", particelle solide microscopiche emesse da industrie, auto, caldaie ecc... Ovviamente è più facile che si arrivi alla precipitazione nel caso della nube alta piuttosto che nel caso della nebbia. Questo perchè generalmente lo spessore della nebbia è relativamente ridotto così come i moti ascensionali e di conseguena il processo di coalescenza (gli urti tra le goccioline) è ridotto. D’altro canto però nel caso della nebbia come detto si possono avere più nuclei di condensazione a disposizione (quelli "chimici") e quindi è facilitata nelle zone inquinate la formazione di cristalli microscopici in sospensione. Ammettiamo poi che la nebbia si stia sollevando, o che ci siano delle forti brezze o meglio ancora di essere nelle vicinanze di torri industriali che creano dei moti ascensionali, tutte queste situazioni realizzano il processo di coalescenza e a questo punto potrà quindi generarsi la precipitazione nevosa. Poichè in Pianura Padana queste forzanti sono spesso di tipo industriale, allora si è soliti parlare di "Neve Chimica Padana" ma come detto quello della neve chimica non è l’unico tipo di precipitazione nevosa da nebbia. La nebbia può produrre anche "Neve Naturale" laddove non vi è presenza di industrie o inquinamento semplicemente sollevandosi o spostandosi grazie alle brezze, in questo caso i nuclei di condensazione utilizzati saranno quelli naturali (sali, silicati ecc..) e le brezze e i moti ascensionali faranno ingrandire per urto i cristalli fino a farli precipitare (coalescenza) producendo in tal caso Neve "Naturale".
Rickybs ha scritto:StefanoBs ha scritto:Rickybs ha scritto:giak66 ha scritto:la differenza stà proprio nel modo in cui si formano galaverna brina e neve quindi tecnicamente benchè visivamente simile non è sicuramente neve.
altrimenti ha nevicato anche nel mio freezer
ma brina e galaverna non sono formate da fiocchi di 1 centimetro di diametro che svolazzano allegramente (non credo che nel tuo freezer volino fiocchi) quindi tecnicamente non è brina o galaverna... io resto dell'idea che in certi casi si possa parlare di neve, per quanto atipica.
Coniamo un nuovo termine e aggiungiamogli la parola "chimica" (anche se è tutto da vedere), sicuramente non è neve, che è un fenomeno che si genera in condizioni diverse.
Probabilmente l'italiano è limitato nei suoi sinonimi, sicuramente in una lingua più nordica avremmo il termine giusto. Anche se presumo che nel caso di fiocchi "visivi" si possa anche parlare di calabrosa (dipende sempre da come è strutturato questo fantomatico fiocco).
non sono d'accordo... questa spiegazione mi sembra eccellente e credo tolga ogni dubbio... le goccioline di pioggia si possono formare in alta quota così come nella nebbia, perchè non dovrebbe essere così anche per la neve? Da leggere, è molto chiara (fonte: un messaggio di Boncristiano su Meteoforum):
"Partiamo dalla definizione di Nebbia e sottolineamo subito che tale definizione coincide con la definizione di Nube, poichè la nebbia è una nube, solo che è posta ad una quota più bassa.
Nebbia: è una nube a tutti gli effetti, fatta cioè, per temperature dai -40° in su, di microscopiche goccioline di acqua, talmente microscopiche che restano sospese nell’aria senza precipitare ( Nebbia Liquida e Nubi Liquide) o, per temperature dai -40°C in giù, di microscopici cristalli di ghiaccio anche questi talmente piccoli che restano in sospensione ( Ice Fog o Nebbia di Ghiaccio e Nubi di cristalli). Ovviamente esistono anche condizioni intermedie e miste (nebbie e nubi fatte sia da goccioline microscopiche che da cristalli microscopici in sospensione) ma generalmente, come si può intuire, le goccioline microscopiche rimangono allo stato liquido anche a temperatura ben inferiore allo zero ovvero rimangono nello stato liquido sopraffuso fino a temperature generalmente di -40°C. Questo perchè sono talmente piccole che per congelare avrebbero bisogno di una "superficie di appoggio" che funga da nucleo di condensazione (es. le particelle solide microscpiche della polvere) oppure di una superficie sulla quale depositarsi (vedi galaverna e calabrosa). Solo a temperature generalmente inferiori a -40°C le goccioline microscopiche delle nubi o della nebbia, anche senza nuclei di condensazione, riescono a congelare in cristalli microscopici che però, come le goccioline microscopiche, saranno talmente leggeri da rimanere sospesi senza precipitare. Si hanno allora le nubi fatte di cristalli (es. i Cirri) e la Ice Fog o Nebbia di Ghiaccio, entrambi possono avvenire solo a temperature generalmente inferiori ai -40°C (vedi nebbie di ghiaccio del Polo Nord). Se la temperatura è tra -0°C e -40°C si parla di Freezing Fog o Nebbia Congelantesi che è proprio quella che produce la Galavaerna;
Freezing Fog o Nebbia Congelantesi e Galaverna: la Nebbia Congelantesi è una nebbia a temperatura tra -0°C e -40°C, quindi una Nebbia Liquida, fatta cioè di goccioline microscopiche in sospensione allo stato liquido sopraffuso e tende facilmente a produrre la Galaverna o la Calabrosa (..da cui l’aggettivo "congelantesi"), specie se sono presenti brezze. Questo perchè le brezze fanno scontrare le goccioline microscopiche in sospensione allo stato liquido sopraffuso con le superfici sotto zero (alberi, tetti ecc..soprattutto le superfici verticali poichè creano più attrito con la brezza); le goccioline una volta toccata la superficie vi si attaccano e passano dallo stato liquido sopraffuso allo stato solido formando quei cristalli tipici della galaverna attaccati ai rami delle piante. La Galaverna quindi non precipita dal cielo ma si forma direttamente sulle superfici! Tutto ciò che di bianco precipita dal cielo dicasi Neve o Nevischio (se i cristalli sono piccoli). Vediamo quindi come si forma la Neve dalle nubi alte o dalla Nebbia.
Neve e Nevischio: ora, siamo sempre nel caso della Freezing Fog o Nebbia Congelantesi che produce eventualmente Galaverna ma lo stesso accade in una nube alta. Nell’aria sono presenti naturalmente milioni di particelle solide microscopiche in sospensione (soprattutto sali e silicati) che fungono da nuclei di condensazione. Le goccioline microscopiche in sospensione allo stato liquido sopraffuso saranno attratte da questi nuclei di condensazione e potranno congelare su di essi, in questo modo si formano nell’aria cristalli di ghiaccio microscopici in sospensione, non in grado cioè di precipitare (meccanismo denominato Processo di Bergeron-Findeisen). Se sono però presenti anche delle brezze o dei moti ascensionali come quelli che si verificano normalmente in quota o al suolo durante il sollevamento della nebbia questi cristalli microscopici tendono a scontrarsi con altre goccioline microscopiche e quindi ad ingrandirsi, finchè quando saranno sufficientemente grandi da superare il peso dell’aria precipitano (processo denominato Coalescenza). La somma di questi due processi, condensazione delle goccioline microscopiche attorno a nuclei solidi di condensazione + coalescenza per moti ascensionali o venti (entrambi i processi sono singolarmente necessari ma non sufficienti affinche si abbia la precipitazione ma è necessario che si verificano entrambi), è esattamente il meccanismo di formazione della Neve (..e della pioggia se a T.> 0°C), sia che essa si formi da nubi alte e in questo caso i nuclei di condensazione sono fatti soprattutto di sali e silicati, sia che si formi dalla nebbia, e in questo caso ai nuclei di condensazione naturali (sali,silicati ecc..) vanno aggiunti quelli "chimici", particelle solide microscopiche emesse da industrie, auto, caldaie ecc... Ovviamente è più facile che si arrivi alla precipitazione nel caso della nube alta piuttosto che nel caso della nebbia. Questo perchè generalmente lo spessore della nebbia è relativamente ridotto così come i moti ascensionali e di conseguena il processo di coalescenza (gli urti tra le goccioline) è ridotto. D’altro canto però nel caso della nebbia come detto si possono avere più nuclei di condensazione a disposizione (quelli "chimici") e quindi è facilitata nelle zone inquinate la formazione di cristalli microscopici in sospensione. Ammettiamo poi che la nebbia si stia sollevando, o che ci siano delle forti brezze o meglio ancora di essere nelle vicinanze di torri industriali che creano dei moti ascensionali, tutte queste situazioni realizzano il processo di coalescenza e a questo punto potrà quindi generarsi la precipitazione nevosa. Poichè in Pianura Padana queste forzanti sono spesso di tipo industriale, allora si è soliti parlare di "Neve Chimica Padana" ma come detto quello della neve chimica non è l’unico tipo di precipitazione nevosa da nebbia. La nebbia può produrre anche "Neve Naturale" laddove non vi è presenza di industrie o inquinamento semplicemente sollevandosi o spostandosi grazie alle brezze, in questo caso i nuclei di condensazione utilizzati saranno quelli naturali (sali, silicati ecc..) e le brezze e i moti ascensionali faranno ingrandire per urto i cristalli fino a farli precipitare (coalescenza) producendo in tal caso Neve "Naturale".
Rickybs ha scritto:comunque ho capito cosa intendi, allora bisognerebbe trovare un termine analogo, ma mi risulta difficile... galaverna non c'entra nulla... neve (o nevischio, a seconda dei casi) da nebbia potrebbe andar bene?
Snowflake ha scritto:Stamattina Andrea Giuliacci alla radio ha spiegato il fenomeno della neve chimica.