Borgo ha scritto:Mah..... e questa? [emoji3]
Grande turbine ossia massa di fuoco
L'anno 1843 fu singolare per altri fenomeni.
Tale io lo dico, il gran Turbine avvenuto il 28 Maggio verso Travagliato.
Questo fu come una massa di fuoco che incominciò a Lograto, e via via corse fino nella piazza di Cazzago dove s'innalzò a guisa di colonna, e poi si sciolse.
Nel suo passaggio estirpò parecchie centinaia di grosse piante come alzasse una paglia, e le trasportò da un luogo all'altro.
Vi fu chi trovandosi sopra un gelso a pelare, fu sorpreso da asfissia e cadde sbalordito a terra.
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Dovrebbe in realtà trattarsi del 25 Maggio 1843, ho una descrizione dettagliata del tornado anche dai miei archivi:
la seguente della tromba terre-
stre che il giorno 25 maggio dell'anno presente
percorse la provincia bresciana fra Travagliato e
Lograto, e che dopo quella che avvenne in Roma
nel giugno del 1749, sulla quale un intero libro
fu scritto da Boschovidi, & la sola che sia con ricordevoli
e mirabili effetti sorta in Italia. Al finire
d'un legger temporale, che dopo le due ore pome-
ridiane del 25 maggio predetto rumoreggiar in qual-
che parte della provincia, dando pioggia framrnish
ad alquanto di grandine in città e fuori, senza dan-
no della campagna, tornava giù il sole a risplendere
ali' occaso, quando nella pieve di Lograto incomin-
ciò la meteora, che amiunciavasi a segni caratteri-
stici ed evidenti per una tromba terrestre. Un nu-
volone a tro e fumante, secondoch& lo descrive i'au-
tore, fu veduto sopravvenire da scirocco, il qualc
dalla burrascosa volta del cielo allungavasi in basso
fino a toccare la terra. Figurava un cono rovesciato.
che si perdeva colla base nelle nubi, e radeva col
vertice il suolo. Il suo colore nella parte di sotto
dava nel bianchiccio, nell' alto era più cupo e vol-
geva al giallo-scuro. Mandava luce e fumo infuoca-
to, quella intermessa e di tratto in tratto fuggente.
Procedeva nella direzione di nord-ovest, camminan-
do con velocità non stragrande, ma raggirandosi
intorno a SE stesso con mirabile rapidità. Mandava
nelle vicinanze del suo passaggio un assordante fra-
casso, simile a quello che farebbero due o più doz-
zine di lavoratori spaccando delle legne : l'aria cir-
costante era contaminata da effluvj puzzolenti come
quelli dello zolfo. Fu la pieve di Lograto il primo
campo nel quale esercitossi il furore della meteora.
Al lembo sinistro della strada reale che da Brescia
conduce a Lograto fu svelto dalle radici, con isca-
vamento di terra all' intorno , un pioppio dell' al-
tezza di 8 metri e della grossezza di 60 centimetri.
Un mezzo miglio più oltre, andando verso al Lo-
dino, fu sbarbicato e atterrato un gelso di 40 cen-
timetri di diametro: altri quattro o cinque, fra i
quali uno di considerevole grandezza , che furono
svelti alle Campagnole, dove ad un al tm fu spezzata
e portata via la corona : di altri dodici gelsi gran-
diosi in linea retta piantati in uno di quei campi,
la meteora ne sehiant6 due della fila, poi saltando
fuor d'ordine , avventosci all' ultimo, investendolo e
gettandolo a terra. Nello stesso campo devasti> una
sicpe d' ontani che lo divide da un prato contiguo:
in questo punto sperperò , sollevò , portò via per
l' aria alcune miglia lontano quanti mucchi vi si
trovavano del fieno falciato, onde il piano vedevasi
tutto ingombro. Aumentando d' impeto to il turbine a
misura che tinva più forti e ostinati gli ostacoli,
nel campo Cavalli, abbattutosi in un filare di piop-
pi di altissimo fusto, due di sterminata mole, oltre ad
un robusto e vegeto ontano, ne sbarbica e atterra;
d' altri scavezza i rami, d' altri piega il tronco for-
temente verso terra nella direzione del suo corso,
sovr'altri porta e deponò fiocchi di Seno, che ne
pendono ondeggianti nell'aria. Nei campi addetti
alla cascina Colombara sbarbicò la meteora m01 tis-
simi &i di grosso diametro, saltando tra le file da
ut~o in altro senz' ordine : alla cascina scommise e ro-
vesciò le tegole di un fede lungo preso a 36 me-
tri e largo I 8, delle quali ne infranse e trasportò
a pochi passi un buon migliajo verso oriente. In
alcuni luoghi più oltre, verso Travagliato, le faglie
di gelsi furono lasciale come battute da
orribile tempesta, ed alcune piante imbrattate- di
terra : in altri luoghi il terreno fu smosso e scava-
to. A Travagliato la gente, ingannata e atterrita
dalla luce e dal fumo della tromba che batteano
sovra certo vicino fede , credette che all'edifizio si
fuse appiccato 1' incendio; e fu suonato a stormo.
Procedendo da Travagliato verso S. Maria, in alcuni
de' campi che s' incontrano , quindici gelsi furono
svelti e distrutti, in un altro ne furono rovesciati
dodici d'una fila, fra cui la tromba trascorse per
salti, in un altro ne furono abbattuti piu di trenta,
un pioppo ed un gelso furono rovesciati in un pra-
to, ed in un campo fu un gelso balestrato alla di-
stanza di oltre cento passi. Le vicinanze e i dintorni
di S. Maria furono i luoghi ove faceva la meteora
le sue ultime prove; peroccM dopo la rovina di al-
cuni alberi in due fondi vicini a que'siti, la trom-
ba rimise di sue for~, e si sciolse in un scmplin:
uragano. Oltre questo limite infatti non si videro
piante estirpate n2 guaste, ma soltanto alcuni in-
dizi leggeri e indiretti della meteora. Nelle campagne
di Ospitaletto, di Rorato, a Cazzago, a Calino, a
Passirano ed a Bornato si videro piovere dal cielo e
da straordinaria altezza dei ramoscelli di pioppo di
due, di tre ed anche di pattro palmi di lunghezza, c
miste ai rami degli alberi volar agitate per la bur-
rascosa regione falde di fieno che i contadini stima-
rono essere uceclli di rapina che fuggissero spvai-
tati dinnanzi alla furia del vento. Oltre Calino,
Bornato e Passirano non si riconobbe alcuna traccia
n& dell' uragano, nà molto meno della tromba. Da
questa descrizione raccoglie l' autore in riassunto che
la meteora in discorso percorse lo spazio da sette ad
otto miglia geografiche, che distrusse non meno di
cento grandissimi alberi, che colpiva per salti a ma-
niera dell'artiglieria da campagna, che il suo cam-
mino non fu in linea retta, ma spezzata, mntra-
rfamente a quello della tromba di Roma, descritta
da Boschovich. Conchiude osservando dover essere il
i 1843 ricordevole negli annali della meteorologia per
le trombe nel suo frattempo avvenute, essendosene
una veduta sul lago di Garda, che, grazie al cielo,
non produsse alcun danno, un'altra nel luglio in
Germania con danno di qualche villaggio della Boe-
mia, una tema nel maggio in Francia con devasta-
zione in tre villaggi di case, di messi e di grossis-
simi alberi.