Re: Migliaia Di Pesci Morti Lungo Il Mella
Inviato: ven 19 apr, 2013 08:45
Ecco le novità dopo ben 1 anno dalla moria dei pesci nel Mella......
Fiume Mella, per ripulirlo «servono vent'anni»
Il caso della moria dei pesci nel Mella sul tavolo della Magistratura
Ore: 14:21 | sabato, 14 aprile 2012
La chiave - «l'unica davvero efficace per andare al cuore del problema» tiene a precisare l'Arpa - sta nella depurazione delle acque. È così per il caso della schiuma nel Gobbia, a Lumezzane, - «un fatto che non fa ormai quasi più notizia, purtroppo» come sostiene qualcuno - ed è così per il dossier - finito sul tavolo della Magistratura - sulla moria dei pesci nel Mella.
A confermarlo è il direttore dell'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente, Giulio Sesana. Che, senza mezzi termini, sottolinea: «Tutto è collegato al problema degli scarichi: il sottovalutare questo non è che un continuo insulto ai corsi. Se si avvia il processo, per ripulire e risanare il Mella, ci vorranno circa vent'anni». Vent'anni, certo, dal momento in cui la depurazione delle acque reflue è però «a sistema». Il che significa non solo progetto in mano, ma anche fondi disponibili e ingranaggio avviato.
Sul fronte progettuale, le cabine di regia sono quelle di Palazzo Broletto (la Provincia starebbe infatti elaborando una previsione di lavori organici che riguardano il ciclo dell'acqua), anche perché il «focolaio» principale sta proprio nell'annosa situazione che riguarda la Valtrompia. «Se ne parla da oltre trent'anni - ricorda Sesana - e a questo punto direi che parlare non basta più, sarebbe tempo di passare all'azione». Perché un conto è «tamponare la situazione quando è ormai arrivata in fase acuta»; altro conto è «lavorare per prevenirla e per evitare che il problema non solo prosegua ma vada a peggiorare il quadro».
Dal quadro generale, al particolare. A che punto è l'indagine in corso sulla moria dei pesci? Al 99% dell'iter. «Siamo intervenuti d'urgenza e in emergenza» ricorda l'Arpa. E poi? E poi l'indagine si è sdoppiata: l'esito dei campionamenti immediati e di quelli eseguiti nel tempo hanno evidenziato la presenza di sostanze tossiche di stampo industriale riferite - precisa Sesana - a «cicli industriali». Un lavoro, questo, che ha di fatto «seguito» il corso del fiume, con l'obiettivo di riuscire ad individuare la sorgente, il punto cuore della contaminazione. Individuato fra Villa Carcina e Concesio. Di qui, la fase due, ovvero il confronto incrociato con le attività industriali della zona. Come? Attraverso «verifiche e sopralluoghi straordinari in alcune aziende».
Cinque, infine, le industrie che potrebbero essere «potenzialmente coinvolte», nomi e relazioni - quelli redatte dall'Agenzia - che sono stati recapitati direttamente alla Magistratura. Cui resta in capo il secondo filone: quell'1% che dovrà stabilire in primis se le responsabilità possono essere comprovate con certezza e, in seconda battuta, le misure da mettere in campo. Ciò che è certo è che, secondo i campionamenti Arpa, gli inquinanti sono riconducibili «a prodotti utilizzati per il ciclo di trattamento dei metalli».
Fiume Mella, per ripulirlo «servono vent'anni»
Il caso della moria dei pesci nel Mella sul tavolo della Magistratura
Ore: 14:21 | sabato, 14 aprile 2012
La chiave - «l'unica davvero efficace per andare al cuore del problema» tiene a precisare l'Arpa - sta nella depurazione delle acque. È così per il caso della schiuma nel Gobbia, a Lumezzane, - «un fatto che non fa ormai quasi più notizia, purtroppo» come sostiene qualcuno - ed è così per il dossier - finito sul tavolo della Magistratura - sulla moria dei pesci nel Mella.
A confermarlo è il direttore dell'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente, Giulio Sesana. Che, senza mezzi termini, sottolinea: «Tutto è collegato al problema degli scarichi: il sottovalutare questo non è che un continuo insulto ai corsi. Se si avvia il processo, per ripulire e risanare il Mella, ci vorranno circa vent'anni». Vent'anni, certo, dal momento in cui la depurazione delle acque reflue è però «a sistema». Il che significa non solo progetto in mano, ma anche fondi disponibili e ingranaggio avviato.
Sul fronte progettuale, le cabine di regia sono quelle di Palazzo Broletto (la Provincia starebbe infatti elaborando una previsione di lavori organici che riguardano il ciclo dell'acqua), anche perché il «focolaio» principale sta proprio nell'annosa situazione che riguarda la Valtrompia. «Se ne parla da oltre trent'anni - ricorda Sesana - e a questo punto direi che parlare non basta più, sarebbe tempo di passare all'azione». Perché un conto è «tamponare la situazione quando è ormai arrivata in fase acuta»; altro conto è «lavorare per prevenirla e per evitare che il problema non solo prosegua ma vada a peggiorare il quadro».
Dal quadro generale, al particolare. A che punto è l'indagine in corso sulla moria dei pesci? Al 99% dell'iter. «Siamo intervenuti d'urgenza e in emergenza» ricorda l'Arpa. E poi? E poi l'indagine si è sdoppiata: l'esito dei campionamenti immediati e di quelli eseguiti nel tempo hanno evidenziato la presenza di sostanze tossiche di stampo industriale riferite - precisa Sesana - a «cicli industriali». Un lavoro, questo, che ha di fatto «seguito» il corso del fiume, con l'obiettivo di riuscire ad individuare la sorgente, il punto cuore della contaminazione. Individuato fra Villa Carcina e Concesio. Di qui, la fase due, ovvero il confronto incrociato con le attività industriali della zona. Come? Attraverso «verifiche e sopralluoghi straordinari in alcune aziende».
Cinque, infine, le industrie che potrebbero essere «potenzialmente coinvolte», nomi e relazioni - quelli redatte dall'Agenzia - che sono stati recapitati direttamente alla Magistratura. Cui resta in capo il secondo filone: quell'1% che dovrà stabilire in primis se le responsabilità possono essere comprovate con certezza e, in seconda battuta, le misure da mettere in campo. Ciò che è certo è che, secondo i campionamenti Arpa, gli inquinanti sono riconducibili «a prodotti utilizzati per il ciclo di trattamento dei metalli».